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Oralità e Scrittura: Walter Ong

Page history last edited by Flaminia 14 years, 10 months ago

Introdurre la posizione di Walter Ong (1912 - 2003) sul rapporto tra oralità e scrittura mi sembra necessario per avviare la trattazione del tema di questo wiki.

 

                                              

Ong fu un prete gesuita, professore di letteratura inglese, storico delle culture e delle religioni, filosofo e antropologo. Egli fu collaboratore di Marshall McLuhan ed insieme ad Eric Havelock ed Harold Innis, i quattro formano l’embrione della cosiddetta “scuola di Toronto” che è alla base della nascita dei Communication Studies in USA.

 

Nel suo libro Oralità e Scrittura (Orality and Literacy: The Technologizing of the word, 1982) egli afferma che "la scrittura ha trasformato la mente umana più di qualsiasi altra invenzione". Ong analizza le obiezioni che sono state mosse nei confronti della scrittura da Platone nel Fedro, paragonandole a quelle che oggi si fanno nei confronti delle nuove tecnologie. La scrittura veniva definita disumana perchè ricreava al di fuori della mente quello che invece poteva esistere solo al suo interno, era accusata di distruggere la memoria perchè chi la usava avrebbe smesso di ricordare, avendo sempre bisogno di risorse esterne per farlo, ed infine la scrittura sarebbe stata inerte perchè se interrogato un testo non può rispondere, mentre una persona, all'interno di un discorso, è in grado di spiegare le sue affermazioni. Lo stesso scetticismo ci fu con l'avvento della stampa, e oggi con i computer e le nuove tecnologie.

 

Ong sostiene che la scrittura, la stampa e il computer sono tutti mezzi per tecnologizzare la parola. Ed è a questo punto che introduce il concetto di scrittura come tecnologia. Platone pensava alla scrittura come ad una tecnologia esterna, allo stesso modo oggi noi pensiamo al computer. Mentre la scrittura l'abbiamo talmente interiorizzata che non riusciamo a pensarla come tecnologia. Ma in realtà lo è, ed è la più drastica delle tre perchè dette inizio a quello che la stampa e i computer hanno portato avanti.

Ong arriva a sostenere che la scrittura è del tutto artificiale, al contrario del linguaggio naturale, orale. Il discorso scritto, a differenza di quello parlato, non nasce dall'inconscio. Ma in questo senso egli non intende condannare la scrittura, al contrario egli la vede come fondamentale per lo sviluppo dei potenziali umani interiori. Le tecnologie non sono semplici aiuti esterni, ma comportano trasformazioni delle strutture mentali, soprattutto quando hanno a che vedere con la parola. Infine Ong sostiene che la tecnologia, se propriamente interiorizzata, non degrada la vita umana, ma al contrario la migliora.

 

Questo breve excursus sul pensiero di Walter Ong è servito per chiarire come ogni nuova tecnologia crea scetticismo intorno a sè, in ogni periodo storico. Lo è stato per la scrittura, per la stampa, recentemente per il computer. E lo sarà sempre, perchè l'innovazione non si ferma mai. Ma questo non ci deve bloccare nell'accogliere il progresso, perchè come ha affermato lo stesso Ong: "La tecnologia non degrada la vita [...] ma al contrario la migliora."

Nelle prossime pagine vedremo come la tecnologia viene studiata, sperimentata, come i media interagiscono tra loro e con l'arte. 

 

                                                                                                                                                                                                                      >>>

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